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La Repubblica dello Zambia

Lo Zambia, ex Rhodesia del Nord, si trova nell’Africa meridionale. Ex colonia britannica, ottenne l’indipendenza soltanto nel 1964, e si trovò immediatamente ad affrontare una difficile situazione economica e politica. Il bassissimo livello di istruzione della popolazione rendeva difficile sia la formazione di una classe politica che lo sfruttamento delle risorse del paese, in gran parte minerarie, contribuendo a rafforzare la dipendenza dello Zambia dall’Europa. Dal punto di vista della politica internazionale, lo Zambia era in difficoltà nei rapporti con gli stati vicini governati dai bianchi, in particolare la Rhodesia del Sud (oggi Zimbabwe) e l’Africa del Sud-Ovest (oggi Namibia), amministrata dal governo bianco del Sudafrica. Per un decennio, lo Zambia prese parte nelle tensioni politiche interne dei paesi confinanti appoggiando apertamente partiti e movimenti politici indipendentisti neri, come la National Union for Total Independence of Angola, la Zimbabwe African People’s Union, l’African National Congress del Sudafrica e la South-West Africa People’s Organisation. Questo portò ad una situazione di crescente tensione ai confini, con conseguenti difficoltà negli scambi commerciali con l’estero. Alla fine degli anni ’70, Mozambico, Angola e Zimbabwe ottennero l’indipendenza, attraverso una serie di guerre civili che provocarono ulteriori difficoltà alla repubblica zambiana, anche a causa dell’ingente afflusso di profughi e del danneggiamento di molte strutture di trasporto.

Alle difficoltà politiche si aggiunse negli anni ’70 il crollo dei prezzi del rame (la principale esportazione dello Zambia) sui mercati internazionali. In seguito a tale situazione di crisi, l’economia dello Zambia divenne sempre più dipendente dai fondi stranieri: nonostante una parziale cancellazione del debito a metà degli anni ’90, lo Zambia rimane uno dei paesi con il massimo debito pubblico pro-capite. Il crollo del prezzo del rame ha infatti innescato un progressivo declino economico che colloca oggi lo Zambia fra i paesi più poveri del mondo, con il 70% della popolazione sotto la soglia di povertà e uno stipendio medio pro-capite annuale di 395 dollari. Un forte peso economico ha anche la piaga dell'HIV/AIDS, che ha in questo Paese proporzioni particolarmente drammatiche, e che contribuisce a collocare l'aspettativa di vita alla nascita al di sotto dei 40 anni. Contemporaneamente, lo Zambia è una delle nazioni più urbanizzate dell'Africa sub-sahariana; quasi metà della popolazione vive in città, ma in larga parte senza impiego. Il tasso di disoccupazione nel 2000 era attestato al 50% della popolazione.

Nel 2000, con un debito estero superiore a 6 miliardi di dollari, lo Zambia è stato accolto nel programma “HIPC” di riduzione del debito (“Heavily Indebted Poor Countries”), promosso dalla Banca Mondiale e dal Fondo Monetario Internazionale. Le iniziative intraprese dal governo per aderire ai parametri del programma (in particolare il forte incremento della pressione fiscale) hanno tuttavia contribuito ad inasprire ulteriormente le già precarie condizioni di vita della popolazione.

Lo Zambia è amministrativamente suddiviso in Province (attualmente 9), a loro volta suddivise in Distretti. All'ultimo censimento (2000) la popolazione complessiva del Paese risultava pari a 9.885.591 persone, mentre stime del luglio 2006 parlano di 11.502.010 persone; quasi il 50% della popolazione è costituito da bambini al di sotto dei 14 anni di età. La Provincia del Copperbelt, con oltre 1 milione e mezzo di abitanti, è la più popolata del Paese; qui vive circa il 13% della popolazione zambiana, la maggior parte della quale vive con meno di 1 dollaro al giorno.